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Tsojcanth è ricordato dai più come un mago oeridiano che ha combattuto per le forze del bene, contrastando i piani di Orcus, Graz'zt e Tharizdun, e uccidendo un possessore della Mano di Vecna.

Questa era però una facciata, un inganno. Tsojcanth era in realtà il figlio per metà umano del signore dei demoni Fraz-Urb'luu, il Principe dell'Inganno in persona, e cercava solo di eliminare coloro che lavoravano contro i suoi schemi e quelli di suo padre, non di fare del bene.

Storia[]

Il mezzelfo Tsojcanth era il figlio di Fraz-Urb'luu e della strega umana Vilhara, che si dice sia stata la prima a scoprire il Vero Nome di Fraz-Urb'luu. Vilhara lo chiamò tsoj-canth, che significava "piccolo ingannatore" nella lingua del suo popolo.

Nel IV secolo AC, Iggwilv usò la conoscenza che aveva ottenuto dal Tomo di Zyx per evocare e legare Tsojcanth, rendendolo suo schiavo per diverse generazioni. Nel 491 AC, Graz'zt le suggerì che avrebbe potuto fermare la diffusione di una spaccatura tra il Piano Materiale e l'Abisso solo legandovi una potente entità magica. Lei tentò di legare Tsojcanth, ma lui resistette, e lasciò Iggwilv stanca e svuotata prima di sconfiggere il suo ex servitore. Graz'zt la attaccò successivamente, e anche se riuscì a distruggere la forma materiale del principe demone, rimase quasi impotente dopo. Riuscì comunque a legare lo svenuto Tsojcanth al tessuto planare, sigillando la spaccatura per il momento.

Descrizione[]

Nella sua veste mortale, Tsojcanth appariva come un vecchio uomo umano vestito con semplici abiti bianchi. I suoi occhi erano di un blu scintillante.

Nella sua vera forma, che evita di mostrare agli altri, Tsojcanth è alto più di due metri e mezzo, con una pelle grigio cenere screziata, una coda spinata e una lingua serpeggiante. I suoi occhi sono neri come la pece.

Bibliografia[]

  • Gary Gygax. The Lost Caverns of Tsojcanth. Lake Geneva, WI: TSR, 1982.
  • Ari Marmell, Edward Albert e C.A. Suleiman. "Iggwilv's Legacy: The Lost Caverns of Tsojcanth." Dungeon Magazine #151. Renton, WA: Wizards of the Coast, 2007.
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